Zoom
Cerca
Marco Michelini | 27 Giugno 2015

Figlio di Vannozzo di Bencivenne, appartenente ad una famiglia aretina di mercanti tessili, nacque a Padova verso il 1340. Dai dati biografici pervenutici si sa che fu giullare presso diverse corti dell’Italia settentrionale: nel 1363 operò presso Cansignorio della Scala[1] a Verona, nel 1371 a Padova, nel 1372 a Venezia e in seguito a Bologna. Nel 1381 venne invitato dal consigliere di Cansignorio, nuovamente a Verona e in questa città rimase fino alla caduta della città sotto il dominio dei Visconti nell’anno 1387. Rifugiatosi a Padova scrisse otto sonetti raccolti nell’opera La cantilena pro comite virtutum nei quali egli immagina che siano le città italiane ad invocare in prima persona la protezione di Gian Galeazzo Visconti. Si trasferì in seguito a Milano dove le ultime notizie riguardanti la sua persona risalgono al 1389, anno probabile della sua morte.

Nel suo canzoniere – che il Sapegno ha definito «il più ricco e importante documento della letteratura cortigiana dell’Italia settentrionale» – vengono messi in rilievo tutti quei tratti espressivi che caratterizzano l’opera di Francesco e dai quali traspaiono due evidenti modelli stilistici: Dante e Boccaccio. Per la trattazione della grande varietà dei soggetti – amorosi, storici, satirici, morali – vengono utilizzate le tecniche poetiche più diverse, dalle tenzoni tra personificazioni di sentimenti, città, arti e professioni, alle diverse forme di poesia per gioco, con una costante ricerca di effetti comici e di motti arguti: tutto ciò sostenuto da un lessico vistosamente composito che non solo presenta, alternati, i tratti caratteristici della sua lingua d’origine, il toscano, e di quella d’adozione, il padovano, ma anche numerosi elementi del veneziano, del lombardo, del provenzale, del francese. A tutto ciò va aggiunta una vena creativa che porta Francesco ad alterazioni morfologiche e semantiche, alla creazione di nuovi vocaboli, per rendere più complessa quell’artificiosità, ad esempio l’uso di rime composte o di acrostici, che colloca il nostro poeta al centro di una tradizione poetica molta diffusa in area veneta, caratterizzata dallo sperimentalismo e concretizzata dall’eclettismo e dall’ibridismo formale.

Ma è senz’altro la ripresa di tratti di Dante e Petrarca ciò che caratterizza maggiormente l’opera di Francesco: se del secondo c’è una riproposta di stilemi al limite del calco lessicale e sintattico unita al gusto per il gioco delle variazioni, per il primo il processo è più complesso e va collocato all’interno della fortuna del poeta toscano nella cultura veneta del secondo Trecento. La molteplicità degli stili, ben presente nell’opera dell’Alighieri, diventa infatti nel canzoniere di Francesco una pratica spregiudicata di idiomi e di stili molto diversi tra di loro, con la commistione di differenti generi poetici che finiscono per convivere all’interno dello stesso componimento. Questa ricerca formale assume insistentemente i toni di un’autobiografia popolaresca con la rivendicazione, ad esempio, accanto a un filosofeggiare in chiave “alta” e intellettualistica, di una quotidianità precaria e “bassa” – il gioco e la taverna – che relega il poeta ai margini della società: modi e temi derivati da una tradizione giullaresca che riguarda il ruolo stesso di Francesco nelle corti in cui soggiornò, dove alternò le esperienze poetiche a quelle di cantore, autore di musiche, suonatore di arpa e liuto, e che legittima quella molteplicità degli stili di cui si è detto.

[1] Cansignorio Della Scala (n. 1340 – m. 1375), signore di Verona, figlio di Mastino II, successe al fratello Cangrande II, da lui ucciso, il 14 dic. 1359.


N.B.: D’ora in avanti gli articoli riguardanti la saggistica letteraria saranno riportati interamente (tranne quelli che richiedono l’utilizzo di particolari caratteri, tipo quelli greci) e la versione stampabile sarà disponibile solo sull’articolo “sommario” di riferimento, cioè:

«Appunti di Letteratura Italiana: Il Trecento»

Lascia un commento. Se vuoi che appaia il tuo avatar, devi registrarti su Gravatar

Devi essere collegato per lasciare un commento.