L’ambiente benedettino, sempre vivo nel XIV secolo, s’è altresì mostrato sempre attento ad assimilare i mezzi ed i fondamenti di civiltà d’ogni altro istituto religioso. Tale peculiarità si manifesta nei Cistercensi con il rispetto della cultura ma – al tempo stesso – con il disprezzo per lo studio fattosi “mondano”; nei Camaldolesi con un sereno desiderio di far coesistere studio e preghiera, amore per i libri e per il sapere nonché per la meditazione; negli Olivetani con il fecondo contatto con tutta la civiltà pittorica; nei Cluniacesi con l’attenzione (sempre all’avanguardia) non solo verso la musica ed il canto polifonico, ma anche verso l’architettura; nei Vallombrosiani con un precipuo interesse teologico e letterario. Ed è appunto tra questi ultimi che incontriamo il principale scrittore benedettino del tempo: Giovanni dalle Celle.
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Aggiunto anche all’articolo: «Appunti di Letteratura Italiana: Il Trecento»
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