Recentemente, nei miei “vagabondaggi” sul web, mi sono accorto che spesso le citazioni dal greco antico, parole o brevi frasi, o si trasformano in una sequenza di caratteri incomprensibili o – peggio ancora – vengono malamente traslitterate o trascritte.
Per il primo caso, va detto che le sequenze di caratteri incomprensibili derivano dall’obbiettiva difficoltà di scrivere in greco antico con il computer. Non basta, infatti, aggiungere il greco alla barra delle lingue di Windows, come alcuni illusoriamente sostengono: facendo ciò viene sì “emulata” una tastiera greca, ma il risultato sarà quello di poter scrivere in greco moderno. Per risolvere questo problema sono stati creati numerosissimi font – come il Palatino Linotype (presente nel pacchetto di Office), il Gentium, e tanti altri – che, tuttavia, hanno il difetto di non essere universalmente riconosciuti. Un altro modo di scrivere in greco antico, certo più lento, ma che forse permette di ottenere risultati migliori (e sottolineo forse), è quello di usare i caratteri UNICODE che – almeno in teoria, visto che fra gli esperti i pareri non sempre sono concordanti – dovrebbero assicurare una “mappatura” pressoché univesale dei caratteri. In pratica, UNICODE è un sistema di codifica che assegna un numero univoco ad ogni carattere usato per la scrittura di testi, in maniera indipendente dalla lingua, dalla piattaforma informatica e dal programma utilizzati. Inoltre L’UNICODE viene supportato dai moderni standard della programmazione e del markup come XML, Java, JavaScript, LDAP, CORBA 3.0, e da vari sistemi operativi.
Per il secondo caso, invece, senza adentrarmi troppo in un “terreno che non mi appartiene”, va fatta una distinzione tra trascrizione e traslitterazione: la trascrizione è un sistema più comodo, più semplice e più immediato, nel quale sostanzialmente si scrive con i propri caratteri ciò che si legge dal testo in traduzione nel carattere originale; la traslitterazione – invece – è un sistema più “tecnico”, che cerca di dare al lettore non solo la possibilità di risalire alla scrittura originale ma, soprattutto, alla corretta pronuncia delle parole e, in buona sostanza, degli accenti, delle intonazioni, dei suoni. Qualcuno ha sostenuto che la traslitterazione può essere definita una scienza vera e propria; ebbene, se lo fosse, dovrebbe essere una scienza come la chimica, che ha alla propria base una tabella (quella degli elementi) che è universalmente riconosciuta, intendendo con ciò che – per qualsiasi chimico, in qualsiasi nazione del mondo – H è il simbolo dell’idrogeno, O quello dell’ossigeno, Na quello del sodio e così via. Questo, purtroppo, non si può dire della traslitterazione, per la quale esistono molte tabelle: infatti, i numerosi studiosi che, nel corso dei secoli, si sono occupati della traslitterazione del greco antico in latino (anzi, per meglio dire, in una lingua che usa l’alfabeto latino) non solo sono giunti spesso a soluzioni dissimili, ma addirittura opposte.
Fatta questa premessa, dovendomi misurare anch’io con questi problemi circa le citazioni dal greco antico, ho pensato di risolvere la questione in maniera “salomonica”: ogni citazione sarà riportata in caratteri greci formato UNICODE con accanto, tra parentesi quadre, la sua traslitterazione latina. Spero che questo possa garantire a tutti la leggibilità di quanto scritto e, per far meglio comprendere i criteri che stanno alla base della traslitterazione, aggiungo qui a seguito alcune tavole riassuntive.
Lascia un commento. Se vuoi che appaia il tuo avatar, devi registrarti su Gravatar
Devi essere collegato per lasciare un commento.