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Marco M. G. Michelini | 8 Ottobre 2010

Ho visto la luna nel fosso
e un vecchio sederle vicino.
La mano sul cuore? Non posso!
Beviamoci sopra del vino.

 

La donna tesseva la tela
e il vecchio la prese per mano:
“Ancora posseggo una vela
lontano, lontano, lontano”.

 

La donna sorrise e gli disse:
“Sposatemi e fatemi un dono”.
Ma il vecchio più a lungo non visse:
morendo le chiese perdono.

 

A tesser seduta nell’orto
rimase da sola la donna,
ma in nome del vecchio ormai morto
teneva serrata la gonna.

 

Il tempo volò via di fretta
e intanto la donna tesseva;
sul muro dell’orto l’erbetta
cresceva, cresceva, cresceva.

 

E un giorno la donna tossì,
lasciando cadere la lana,
di nulla s’accorse e morì
sognando una vela lontana.

 

Dai campi le lucciole sorte
bruciarono come fiammelle
e i grilli intonarono a morte
le loro canzoni più belle.

 

Ma adesso non c’è più quell’orto
nel quale la vecchia riposa
col capo sul capo del morto
nel cielo che stinge di rosa;

 

c’è solo una mura diruta
e un campo c’è sol di gramigna;
la luna c’è sol che saluta
quest’atomo d’aura maligna.

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